Cantina Trevisan a Motta di Livenza

refosco

Quando sono entrata in cucina, ho visto un enorme tavolo di legno, una stufa accesa e un divano. Un bambino e una ragazzina, bellissimi entrambi, hanno interrotto i loro compiti e si sono alzati per venire a salutarmi. Mi ha piacevolmente sorpreso l’affettuosa generosità con la quale sono stata accolta. La cagnolina mi aveva già adottato al piano terra.

Un profumo di buon cibo arriva dai fornelli. “Ma voi abitate qui?” “No, questa è la cantina, qui facciamo le degustazioni”. Ci sediamo a tavola. Franco Tramarin, amico di Facebook, al quale ora do felicemente un volto, fa gli onori di casa. Sono ospite di Roberto Trevisan e sua moglie Carine nella loro cantina a Motta di Livenza. Un invito a cena che ho molto gradito, una serata in famiglia, conversazioni in amicizia alla scoperta l’uno dell’altro, anche, e soprattutto, attraverso il vino. L’ho già scritto e lo farò di nuovo. Il vino dovrebbe ricoprire proprio questo ruolo, essere centro e motivo di piacere e convivio. Una crema di fagioli, il cotechino con il radicchio e la polenta di mais biancoperla espandono il loro profumo in tutta la sala. Mangio. Bevo. Mangio e bevo. Mangio, bevo, ascolto e chiacchiero. Sono grata a Facebook e a chi lo usa con intelligenza. Sono grata a chi si prende cura dei propri vigneti e porta in tavola un vino ben fatto e anche ben vestito. C’è amore, qui. C’è rispetto, voglia di conoscere e imparare per migliorare. Fluiscono i pensieri come il refosco nei bicchieri. È gioia. È gratitudine.