Il caffè è come lo Champagne (quasi)

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Mi piace parecchio la doppia pagina di pubblicità della Illy che ho visto sul numero di agosto di Wine Spectator. La facciata di destra è interamente occupata dal ritratto “ambientato” della Master of Wine Jennifer Simonetti-Bryan, seduta tra le bottiglie di vino, con in mano tazzina e piattino del caffè Illy. La pagina di sinistra contiene un testo firmato dalla Simonetta-Bryan. Che paragona l’assaggio del caffè a quello del vino. Di più, dice che il caffè è come lo Champagne. Paragone azzardato, ma per certi versi azzeccato.
Racconta, nella sostanza, che così come nello Champagne l’arte dello chef de cave è quella di prendere vini provenienti da zone diverse e da uve diverse e fonderli in un’unica cuvée, lo stesso vale per una buona miscela di caffè. La differenza è che mentre il caffè te lo fai tu, al momento, lo Champagne lo puoi anche conoscere a fondo, ma il vino non puoi farlo tu. Dunque, farsi un caffè aggiunge un che di personale, rispetto a bere un calice di vino. Perché il caffè posso conoscerlo e anche farmelo. Lo Champagne no.
Azzardato, ripeto, ma evocativo, questo messaggio. Una maniera nuova di parlare dell’espresso a degli appassionati di vino su una rivista per appassionati di vino, in un contesto, anche fotografico, che parla più di vino che di caffè.

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