Il Brouilly delle vigne vecchie di George Descombes

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Come gli appassionati della materia sapranno, George Descombes era il quinto della “Banda dei Quattro”, il gruppo consolidatosi attorno a Marcel Lapierre e che ha rivoluzionato il modo del vino, dando il via al movimento dei vini naturali. Gli altri erano Jean Foillard, Jean-Paul Thévénet e Guy Breton, cui si è aggiunto successivamente Descombes. Sulle tracce di Lapierre, i vini sono vinificati secondo il metodo della macerazione semi-carbonica, e successivamente finiscono di affinare in vasche di cemento o botti di legno mai nuove. In cantina l’uso di prodotti tecnologici è assente e al momento dell’imbottigliamento viene aggiunta una dose di solforosa bassissima, per non modificare la purezza del vino ottenuto.

Le cuvées denominate Vieilles Vignes sono affinate più a lungo in cantina per ottenere dei vini più profondi e longevi. Brouilly è tra i cru del Beaujolais quello più esteso e più a sud. Il suolo è per la metà di granito rosa, mentre in basso della collina ci sono depositi di minerali e suoli alluvionali. I Brouilly sono forse oscurati dalla fama dei cru più celebri, come Morgon, Fleurie e Moulin à Vent. In realtà qui si producono dei gamay molto classici, con un frutto perfettamente espresso e la proverbiale bevibilità che caratterizza la varietà. Lo dimostra il Brouilly di Descombes, leggero già dal colore. La leggera riduzione scompare subito per far posto a un vino palpitante, quasi selvaggio nel porgere gli aromi esplosivi di frutta fresca. Questo è gamay allo stato puro, non ci si può sbagliare. Tra la frutta si affacciano la rosa e la violetta. Più rotonda la prima e più piccante la seconda. La dolcezza del frutto si ripropone alla beva, ha una grazia tutta sua e che poche uve riescono ad esprimere (potrei dire pinot nero, e perché no la corvina coltivata attorno al Garda). Profondo e setoso, ha un tannino che non si fa attendere, teso e maturo, segno che il vino ha ancora tanta strada davanti a sé. La godibilità è tanta, il finale è minerale con un grande ritorno di fiori. Così buono che non c’è ragione per privarsene anche da oggi.

Brouilly Vieilles Vignes 2013 Georges Descombes
(92/100)

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