Bordeaux primeurs 2014: Pomerol

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Una degustazione che mi ha lasciato perplesso quella dei Pomerol en primeur del 2014, o almeno di quelli che ho potuto assaggiare. Molti vini hanno esibito delle estrazioni a mio avviso troppo spinte che, sposate a una dose di legno nuovo eccessivo, comportano delle strutture rigide e delle architetture tanniche che mi sembrano esagerate. Chi ha meglio interpretato l’annata ha cercato di rispettare il frutto senza andare ad esagerare le concentrazioni. Purtroppo l’onda lunga dei vini parkerizzati non è terminata, e Pomerol è da sempre l’appelation più ricercata e mediamente più cara di Bordeaux. Molti produttori non hanno capito che le cose stanno cambiando e non hanno saputo cambiare registro. Si poteva e doveva fare di meglio, lo dimostrano i migliori. Anche qui il terroir farà la differenza. Chi dispone dei migliori terroir di argilla è riuscito ad avere maturità polifenoliche diverse. I vini parlano chiaro.
Di seguito le mie valutazioni in ventesimi.
Château Beauregard
Palato dominato da sensazioni di vaniglia e tostato. 12,5/20
Château Le Bon Pasteur
Se l’inizio ha una giusta dose di morbidezza, l’ultima parte del palato è impattata da un eccesso di legno. Il finale sembra volersi liberare da queste scorie, e forse ci riuscirà. 15,5/20
Château La Cabanne
Liquirizia e spezie. Anche qui un eccesso di legno, soprattutto se teniamo conto di una materia di scarso peso. Troppo avanti nella ricerca della concentrazione. 14/20
Château Clinet
Se il naso ha qualche nota di vitalità (frutto e violeta), il palato ricade negli eccessi tannici di tanti altri Pomerol. Manca dolcezza nel frutto. 15/20
Château La Croix de Gay
Cuoio e spezie apportati da una massa legnosa. 13/20
Château Gazin
Ancora una volta un vino preda di un legno troppo ambizioso. C’è da dire che la lunghezza è buona, probabilmente la materia non è delle peggiori, ma non si sente al momento una integrazione tra le parti. Speriamo si ricomponga. 15,5/20
Château Petit-Village
Tabacco, fieno, cuoio. Ancora un vino rigido e tannico. 14,5/20
Château La Pointe
A differenza di altri cerca di aggirare un problema di maturità cercando di restare fruttato. In parte ci riesce, rimane la ormai consueta rigidità tannica e una mancanza di definizione nel finale. 15/20

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