Bordeaux primeurs 2014: Péssac-Léognan

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Per quel che concerne l’annata 2014, la regione di Péssac-Léognan segue più o meno il copione delle altre zone di Bordeaux. Estate difficile, agosto freddo e piovoso, settembre con tanto sole, caldo di giorno e fresco di notte. Le quantità sono state più consistenti rispetto al difficile 2013. La concentrazione dei frutti era buona, la differenza la farà poi il territorio e la competenza tecnica in cantina. C’è chi ha paragonato il 2014 al 2004, millesimo sottovalutato e che invece sarà delizioso. Sicuramente non all’altezza di 2009 e 2010, sarà comunque superiore ai complicati 2012 e 2013. La degustazione si è svolta nel magnifico Château Smith Haut Lafitte.
Château Bouscaut
Blanc (60% sauvignon, 40% sémillon): nonostante l’evidente presenza di solfiti il vino si è rivelato piacevole, con aromi di salvia e ortica. Ricco e largo, una bella sorpresa. 16-/20
Rouge (60% cabernet sauvignon, 35% merlot, 5% malbec): vinoso, affumicato. Buona materia che merita un affinamento adeguato per non accentuare la carica tannica. 15,5/20
Château Carbonnieux
Blanc (70% sauvignon, 30% sémillon): è sempre un bianco che presenta una beva esemplare. In questo momento patisce a causa di un affinamento non ancora terminato. Menta pompelmo rosa, nota salina. Più largo di altri e con buona acidità. 15/20 ma potrebbe migliorare
Rouge (60% cabernet sauvignon, 30% merlot, 5% di cabernet franc e petit verdot): campione non in grande forma, manca di materia e alla fine resta soprattutto il tannino. 14/20
Château Les Carmes Haut-Brion
Rouge (55% cabernet franc, 15% cabernet sauvignon, 30% merlot): una composizione piuttosto originale che comprende una percentuale elevata di cabernet franc. Ne deriva un vino esotico ed agrumato, intrigante. Il legno è perfettamente dosato e accompagna una materia di alto livello. Un vino serio e che darà soddisfazioni a chi lo saprà aspettare. Tra i migliori. 18/20
Domaine de Chevalier
Blanc (70% sauvignon, 30% sémillon): classico nelle sue note di vaniglia e di frutta matura come l’ananas. Ampio, ricco, già ben delineato e con grande lunghezza. 17/20
Rouge (65% cabernet sauvignon, 30% merlot, 5% petit verdot): grande classe con un minerale fumé che dona un profilo elegante. Perfetta definizione del frutto, finisce minerale. 17,5/20
Château de Fieuzal
Blanc: bel naso agrumato e complesso con note minerali. Buona gestione del legno, ma alla fine rimane la sensazione che manchi materia, il finale è magro e sfuggente. 15/20
Rouge (65% cabernet sauvignon, 25% merlot, 10% cabernet franc): il merlot è stato raccolto ad inizio ottobre, mentre il cabernet sauvignon è rientrato nella terza settimana. La materia sembra fine e delicata. Il problema è la gestione del legno: una estrazione esagerata e tannini che asciugano il vino. 14,5/20
Château de France
Blanc (80% sauvignon, 20% sémillon): semplice e di facile accesso, abbastanza largo e con sufficiente acidità. 15/20
Rouge: presenta un naso tipico con note fresche. Anche qui non si è cercato di accentuare il peso del vino, e la scelta è giusta. Ne risulta un vino tra i più bevibili. 15,5/20
Château Haut-Bergey
Blanc (80% sauvignon, 20% sémillon): succoso e non banale, ha buona concentrazione. 15/20
Rouge (34% cabernet sauvignon, 33% merlot, 33% cabernet franc): aperto e fruttato, si chiude nel finale dove i tannini devono patinarsi. Forse ce la farà. 15,5/20
Château Larrivet Haut-Brion
Blanc (80% sauvignon, 20% sémillon): si intuisce un affinamento in legno più ambizioso, che non preclude una eccellente finezza. Vino di sostanza, potente e lungo. 17/20
Rouge (53% merlot, 40% cabernet sauvignon, 7% caberbet franc): uno dei più complessi. Lamponi, fiori e una fine mineralità. Profondo e con evidente concentrazione. 17,5/20
Château Latour-Martillac
Blanc (70% sauvignon, 30% sémillon): esotico, bella materia, gradevole, molto sauvignon oggi, sarà in grado di evolvere bene. Sempre una certezza. 16,5/20
Rouge (66% cabernet sauvignon, 27% merlot, 7% petit verdot): non sarà né il vino più complesso, né quello più potente, ma è tra i più gradevoli. Beva eccellente. 16/20
Château la Louvière
Blanc (85% sauvignon, 15% sémillon): spezie e mandorla, bel naso. Palato più snello. 15,5/20
Rouge (66% cabernet sauvignon, 34% merlot): in rilievo il tostato del legno, poi cuoio e spezie. Tenta la carta della concentrazione e della potenza. Alcolico e poco fine, secca nel finale e non riesce a mantenere le promesse. 14,5/20
Château Malartic-Lagravière
Blanc: piuttosto legnoso, anche troppo. Alcolico e strutturato, si blocca nel finale mancando della necessaria lunghezza. 15,5/20
Rouge: al momento è abbastanza dominato dal legno. Però sembra avere sufficiente materia per poterlo digerire. I tannini sono buoni e questo fa sperare. 16,5/20
Château Olivier
Blanc: verdolino, acido e poco maturo. Astringente e corto. 13/20
Rouge: molto cabernet al naso, tra il vegetale e la foglia di tabacco. Ampio, non ha ancora raggiunto la complessità a cui può aspirare. Buon potenziale. 16/20
Château Pape Clément
Blanc (50% sauvignon, 40% sémillon, 10% sauvignon gris): evidente la mano del vinificatore (Michel Rolland). Cerca di stupire e in parte ci riesce. Il legno tiene insieme il tutto e ci consegna un vino di bello stile. 16+/20
Rouge (57% merlot, 37% cabernet sauvignon, 5% petit verdot): grande concentrazione, minerale. Evidente sensazione legnosa. Al palato non ha la necessaria lunghezza e i tannini inchiodano il finale. 15/20
Château Pique Caillou
Blanc: corto, magro e acido. 13/20
Rouge: rigido con un finale alcolico e vinoso. 13,5/20
Château Smith Haut Lafitte
Blanc (90% sauvignon, 5% sémillon, 5% sauvignon gris): una bella sorpresa. Costruito con notevole perizia, grasso, potente e con un ottimo equilibrio. 17/20
Rouge (62% cabernet sauvignon, 30% merlot, 6% cabernet franc, 2% petit verdot): molto frutto e una bocca zuccherosa impattata da tannini molto duri. Non una grande complessità. 15,5/20

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