Bianchi che invecchiano bene, il Muscadet per esempio

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Mi piace mettere alla prova bottiglie che non nascono con una particolare attitudine all’invecchiamento. O almeno questo è quello che predicano riviste e libri che, più dottamente di quanto sappia fare io, parlano di vino.

Forse sapete della mia passione per i vini della Loire. Che si tratti di bianchi o di rossi, li trovo di una eccitante freschezza, capaci come sono di unire leggerezza a profondità. Sono sempre più convinto che alcol potenza e tannini non siano sinonimi di longevità. Questo nonostante tutta una schiera di critici e di produttori si ostinino a sostenere il contrario. Provate ad aprire un Bordeaux degli anni ’60 e capirete cosa intendo dire. Il Muscadet è stato per tanti anni sinonimo di vino da bistrot, poco caro, poco interessante ma capace di tenere testa a una cucina marinara semplice e diretta. L’abbinamento con le ostriche è fin troppo abusato.

Una nuova generazione di produttori sta da una ventina di anni cercando di uscire dal seminato. La scommessa è quella di produrre vini più complessi e strutturati, ma che mantengano la proverbiale leggerezza del melon de Bourgogne (la varietà di uva del Muscadet, che non ha nulla a che vedere con la Borgogna). Tra i primi a credere in questo lavoro c’è stato Guy Bossard, che al Domaine de l’Écu ha mostrato la strada a molti altri produttori.

È uno dei pionieri della biodinamica e della vinificazione per terroir. In questo caso, le uve dell’Expression de Granit provengono da suoli di origine granitica. Ci troviamo di fronte a una bottiglia sicuramente evoluta e di non facile classificazione. Lo definirei un vino vissuto ma ancora vivo. Il lato decadente appartiene alla parte odorosa, mentre il palato ci consegna un vino vivace, reattivo e tutt’altro che spento. Siamo subito assaliti da aromi di genziana, génépy, riccio di mare e terra. Ha un amaro di fondo che gli conferisce carattere. La sensazione salina ed acida si impossessa del palato, che porta decisamente verso il mare, non così lontano. Occupa tutta la larghezza disponibile, manca forse della lunghezza necessaria, ma è un liquido che ci porta lontano, che parla del suo terroir e che ottiene il risultato di farci viaggiare nel tempo. Mi pare che sia più che sufficiente per goderselo.

Muscadet Sèvre et Maine Sur Lie Expression de Granit 2001 Domaine de l’Écu
(91/100)

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