Bevitori di etichette

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E poi ci sono i bevitori di etichette. Pensavo fossero una razza estinta. Non è così, illuso che sono. Esistono ancora, e sono tanti. Del resto, è grazie a loro che sopravvivono le guide, i rating, i vini superqualcosa che finiscono in aia, le degustazioni auliche e paludate. Mi è anzi capitato d’incontrarne parecchi, negli ultimi tempi. Ci sono, e non hanno alcun timore a mettersi in mostra. Bevono convinti e contenti le loro etichette altisonanti e costose. Mai dire loro che il re è nudo. Soprattutto mai far trapelare il sospetto che abbiano buttato i loro soldi. Eppoi ancora mai e poi mai palesare ossidazioni o altri difetti. L’etichetta famosa e costosa è perfetta com’è, è quella che conta, e il vino è per forza buonissimo. Con quello che costa, per come è griffato.
A te non piace quel vino? Allora stai zitto, non dirlo. I bevitori d’etichette ti guarderebbero storto. Ti compatirebbero. Ti prenderebbero per un sabotatore, un sobillatore, un bastian contrario. Che ne capisci, tu? Chi sei tu, di fronte alla grandezza regale dell’etichetta? E poi, chi se ne frega del vino?

articolo pubblicato originariamente il 4 luglio 2014