Beati gli ultimi, se i primi…

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Così l’Expo ha aperto i battenti. C’è stata un’abbuffata di Expo in televisione in questi giorni. Anche chi, come me, usa la tv solo per fare zapping di tanto in tanto non ha potuto fare a meno di imbattersi nell’Expo, black bloc compresi (che schifo). Mi ha colpito un breve servizio sul padiglione della Svizzera. Riempito di merci (alimenti) dalle quali il pubblico può attingere liberamente, ma senza che le scorte vengano ricostituite. Insomma, se i visitatori non saranno egoisti, il padiglione avrà cibo da distribuire fino alla fine dell’Expo, altrimenti resterà vuoto.
Mi sovviene il modo di dire dei nostri vecchi, quando si era a tavola, e il giro del vassoio cominciava lontano da loro: “Beati i ultimi se i primi i gh’à creànsa”, beati gli ultimi se i primi sono educati, se i primi hanno ritegno. Se c’è educazione, anche gli ultimi avranno di che sfamarsi, sempre. Altrimenti gli ultimi resteranno affamati. Una metafora della vita, del mondo. Che tuttavia gli ultimi, di solito, li lascia con la fame.