Com’è che in Basilicata fanno bianchi aromatici?

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L’avrete certamente letto che tra i cinquantadue posti al mondo dove andare assolutamente nel 2018 il New York Times ci ha messo la Basilicata, dicendo che “this is a chance to visit Italy’s southern region before the world catches on”. Insomma, fate in fretta a visitarla, prima che se ne accorgano tutti. Il che è una bella pubblicità per una regione fin qui rimasta un (bel) po’ fuori dal mirino dei vacanzieri. Chissà, magari è la volta che salteranno alla ribalta anche i vini lucani.

Proprio in Basilicata, dalle parti di Venosa, ci ha investito dal 1998 la più grossa casa vinicola nazionale, il Gruppo Italiano Vini, che qui ha creato il brand Re Manfredi. Certo, la focalizzazione era ed è sull’Aglianico del Vulture (giustamente, ci mancherebbe altro), ma nelle vigne prese dal Giv c’erano anche delle uve aromatiche che col Sud non hanno niente, ma proprio niente da fare. Roba da ben altre latitudini, roba da Trentino Alto Adige.

Sissignori, qualcuno da quelle parti, nella zona del Vulture aveva deciso, chissà perché, chissà come, d’impiantarci il müller thurgau e il traminer aromatico. Così è cominciato una specie di rompicapo per Christian Scrinzi, il direttore tecnico del Giv, e per il suo team. Insomma, il rompicapo era che farci con quelle uve.

Ho avuto modo di assaggiare la soluzione dell’enigma, il Manfredi Bianco 2017 e ne sono rimasto piuttosto colpito. Davvero.

Capiamoci, io sono e resto fedele all’idea di territorio e dunque per me il Vulture è rosso ed è rosso fatto con l’aglianico, e anche Scrinzi la pensa alla stessa maniera. Però, ripeto, il bianco che s’è tirato fuori da quelle varietà sudtirolesi non passa inosservato.

Secco e contestualmente privo del benché minimo cedimento verso quelle amaritudini che troppo spesso accompagnano il finale dei bianchi aromatici, il che è una specie di raffinato gioco d’equilibrio. Dritto come una schioppettata. Estremamante floreale. Lunghissimo.

Prima o poi lo voglio provare in comparazione con i “nuovi” bianchi aromatici che fanno nel Sud-Ovest francese col gros manseng e col petit manseng. Credo che ci sia un filo conduttore che accomuna quella zona e questo vino.

In ogni caso, se vi capita l’occasione, provatelo ‘sto Manfredi Bianco. Un outsider. Fuori standard. Totalmente spiazzante. Ma buono.

Ah, solo una cosa ancora. Magari cambiare bottiglia ed etichetta non sarebbe male, il packaging attuale non rende giustizia a questo vino.

Basilicata Bianco Manfredi 2017 Re Manfredi
(90/100)

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