Avremo o no la super doc del Pinot Grigio?

C’è chi vuole la doc interregionale del Pinot Grigio delle Tre Venezia, che dovrebbe ricomprendere Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Una super doc per uno dei vini italiani più esportati. Quasi ventimila ettari totali di vigneto, la metà nel Veneto, seimila ne Friuli, tremila nel Trentino. Un colosso.
C’è anche chi non è d’accordo con un progetto del genere, e le bocce sembrano ferme, ma va a sapere come vadano le cose negli ambiti della politica. Perché questa è indubbiamente una decisione politica dalle ricadute considerevoli. Tant’è che è all’assessore regionale veneto all’agricoltura che si è rivolta Confagricoltura per sollecitare il varo della nuova denominazione d’origine.
Lo ha fatto sulle pagine del quotidiano veronese L’Arena il presidente della sezione vitivinicola veneta dell’associazione di categoria. Un presidente che nel panorama del vino regionale conta un bel po’. È Christian Marchesini, che è anche presidente del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella.
Marchesini dice che la nascita della nuova grande doc appare “indispensabile per tutelare i redditi dei viticoltori del Pinot Grigio, perché senza programmazione e senza doc i prezzi si abbassano”.
Poi, c’è un appello ai vicini trentini e friulani: “A Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, che insieme con il Veneto dovrebbero costituire la doc unica, chiediamo di guardare oltre i campanili e pensare all’interesse degli agricoltori, che vanno salvaguardati”.
Però, dicevo, c’è chi tira il freno, nel nome della salvaguardia delle specificità.
Marchesini è convinto che la mega doc sia indispensabile. “Per imporsi – sostiene – bisogna avere una massa critica adeguata e la doc interregionale delle Venezie rappresenterebbe la risposta più adatta”.
Ne sentiremo parlare ancora.