Anteprima Amarone 2013, le sei scelte di Mario Plazio

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Sarà il 2013 il primo millesimo frutto dei cambiamenti climatici? A sentire quantom ha detto il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella in occasione dell’Anteprima dell’Amarone di quell’annata, possiamo pensare che le cose stiano così.
Quello che anche noi semplici appassionati possiamo vedere è l’estrema variabilità climatica. Nel senso che possiamo avere una primavera fredda alternata ad una estate torrida. Oppure una primavera calda e precoce seguita da una estate fresca e quasi fredda. È chiaro che questi fenomeni non sono benefici alla ideale maturazione delle uve. La vite preferisce delle stagioni progressive e senza grandi sbalzi od eccessi.
Se parliamo di Amarone però, le cose si complicano. Sì, perché in questo caso l’appassimento è altrettanto cruciale. Oggi la tecnica consente di “riparare” ai guasti di una stagione non ottimale. Siamo insomma di fronte ad un prodotto complesso e nel quale le variabili sono molteplici. Quello che non si può negare è il progressivo impatto delle tecnologie di appassimento e di cantina. Se questo ha permesso di evitare certi problemi un tempo abbastanza frequenti in molti vini della “vecchia scuola” (ossidazione, poca pulizia, evoluzione precoce e via discorrendo), è altrettanto vero che sta provocando un livellamento tra i vari produttori. Si fatica insomma a trovare vini identitari, sono tutti mediamente buoni, ricchi di frutto e di alcol, legnosini e potenti.
La tecnica aiuta, ma in questo caso, nella mia esperienza, non favorisce l’espressione del territorio. Prevale l’appassimento, che in molti casi “risolve” alcuni problemini di maturità e di sanità delle uve. Questo per tornare al punto inziale, e cioè quanto influisce l’andamento climatico sul risultato finale. Sempre di meno, secondo chi scrive.
Se potessi dare un suggerimento non richiesto, direi che mi piacerebbe che i vini fossero meno prevedibili e più identitari. Mi piacerebbe sentire di più la differenza tra le varie sottozone, la mano del produttore nell’interpretare l’annata e i diversi vitigni, corvina in particolare.
Visto il successo che l’Amarone riscuote sui mercati è pura utopia pensare ad un passo indietro, ma la mia convinzione è che proprio quando le cose vanno bene sia il caso di pensare al futuro e costruire le premesse per un vino che sempre di più rappresenti l’unicità di un territorio. E non una tecnica produttiva.
Difficile esprimere un parere generale sui vini assaggiati all’Anteprima, sia per la loro estrema gioventù, sia per le evidenti differenze stilistiche. Quello che emerge, come ricordato più sopra, è un sentimento di omologazione che non aiuta la piena espressione ed impedisce ai vini di rendersi disponibili. Troppo spesso prevale la sensazione alcolica, accentuata da un uso eccessivo del legno durante l’affinamento.
Ecco i migliori vini assaggiati. Ricordo che solo i vini già imbottigliati sono stati presi in considerazione, non ho voluto provare quelli prelevati da botte.
I punteggi sono forse un po’ generosi, ma servono a premiare i vini che mi sono parsi più interessanti.
Bertani, Amarone della Valpolicella Valpantena 2013
Se il naso appare ridotto e difficile, il palato rivela un frutto piuttosto old style, dove prevale una certa eleganza. Sono pronto a scommettere che diverrà un bel vino
(91/100)
Bennati, Amarone della Valpolicella 2013
Moderno e alcolico, caldo, ricco e con una buona acidità. Tannini calibrati. Non il mio modello di vino, ma è buono.
(90/100)
Cesari, Amarone della Valpolicella Classico 2013
Mi ricorda Marano per il suo tocco vegetale. Naso invitante e floreale, tabacco in foglia. Potenza non eccessiva, solo in finale esce un po’ di alcol.
(89/100)
I Campi, Amarone della Valpolicella Campi Lunghi 2013
Un vino che inizialmente si segnala per qualche problema, ma che con i minuti si apre sempre di più. Una grande materia, poi anche eleganza floreale. Un vino che saprà sorprendere tra 8-10 anni. Serve pazienza.
(88/100)
Ca’ Rugate, Amarone della Valpolicella Punta Tolotti 2013
Etereo e speziato, ricorda nel bene la vecchia scuola. Erbe, fiori, più in leggerezza che in potenza.
(87/100)
Latium Morini, Amarone della Valpolicella Campo Leòn 2013
Nota vegetale, di mentuccia, bell’insieme nonostante una evidente ma leggera ossidazione. Se avesse meno alcol e potenza sarebbe un gran vino.
(87/100)