Amarone 2012, la magnifica coppia

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All’Anteprima dell’Amarone dell’annata 2012 organizzata dal Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella al palazzo della Gran Guardia di Verona ci sono stati due vini che mi hanno parecchio impressionato durante i miei assaggi alla cieca. Mi sono spinto per entrambi a 92 centesimi di valutazione, con un “più” accanto al numerino a indicare che l’evoluzione futura potrebbe farli salire ancora (ora sono ovviamente giovanissimi, e quindi con il legno ancora da fondere in toto, ma comunque già pronti per il calice, se si vuole).
Ho attribuito un punteggio elevato nel primo caso straconvinto della bellezza del vino – e credo che qualcuno potrà restare sorpreso, visto che il produttore è un “nome noto” solo da poco affacciatosi alla produzione vinicola -, e nell’altro caso giocando invece una scommessa prospettica, che però ritengo sia facile vincere, dopo aver appreso chi è il produttore.
Di seguito, dunque, i miei due vini top – e secondo me sono entrambi dei fuoriclasse – dell’Anteprima Amarone 2012.
Ah, giusto una nota ancora di premessa: entrambi i produttori sono soci della Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti. Che sia un caso?
Amarone della Valpolicella 2012 La Giuva
La Giuva è un nome nuovo del panorama valpolicellese, ma il suo proprietario è famoso per chi pratichi il mondo dello sport. Si tratta di Alberto Malesani, allenatore di pallone. Ne parlerò più diffusamente un’altra volta, ma credo che i suoi vini siano destinati a lasciare il segno. A me questo stile di vino piace, giocato com’è sulla freschezza, sulla bevibilità (e parlare di bevibilità in un Amarone potrebbe perfino suonare un controsenso, ma è così che la penso), sulla finezza. Questo 2012 offre d’immediato avvincenti profumi di scorza di arancia rossa e vene accennate di bergamotto. La beva è succosa, slanciata, dinamica. Quel che mi aspetto da un Amarone intelligentemente moderno, nel senso di un vino territoriale che guarda alla possibilità di farsi bere. 92+
Amarone della Valpolicella 2012 Cà Rugate
Cà Rugate non ha bisogno di presentazioni, ormai è da un bel po’ nell’Olimpo del vino scaligero, sia nella matrice bianchista (con il Soave), sia nell’accezione rossista (con i vini valpolicellesi). L’Amarone del 2012 mi sembra promettere molto bene. Certo, oggi magari ha ancora precchia titubanza adolescenziale, ma lasciategli tempo – imparate a esercitare l’arte della pazienza e dell’attesa – e vedrete, ci scommetto. Ha un colore chiaro, rubino brillante, molto bello, forse il più bello tra tutti i calici che ho osservato. Poi, al naso e in bocca è la pulizia del frutto a prevalere, netta. Con quella ciliegia croccante che è un imprinting valpolicellista. Ancora, ha il sale, è l’Amarone più sapido che ho assaggiato all’Anteprima. Sono certo che già fra un paio d’anni darà soddisfazione. 92+ sulla fiducia.