Alice e la malvasia moscata in versione secca

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Trattandosi di un generico “vino bianco” e dunque fuori da qualunque denominazione di origine e indicazione geografica, questo Alice in etichetta non riporta né l’annata, né le varietà di uve utilizzate (il che significa peraltro che sono uve autoctone, essendo invece autorizzata l’esposizione delle “interazionali” nella categoria di vini un tempo chiamati “da tavola”). In ogni caso, la vendemmia è quella del 2019 e le uve sono entrambe indigene (come volevasi dimostrare), ossia il moscato giallo e la più rara malvasia moscata, di cui alla Colombera hanno ripiantato di recente un ettaro.

Il vino è secco e ha i tratti aromatici delle varietà, pur senza alcuna sovraesposizione olfattiva, e l’accenno mineraleggiante del territorio. Elisa Semino, che guida quest’azienda piemontese e si definisce “la regina del Timorasso” con qualche buona ragione, dice che è stato pensato come un bianco da aperitivo, diverso quindi dai bianchi di struttura fatti con l’uva del timorasso. In effetti in quel ruolo può funzionare piuttosto bene.

Senza esitazione (e questo l’ho molto apprezzato) la vignaiola, nel corso di una chiacchierata on line, ha esposto anche le problematiche che queste uve solitamente propongono quando se ne fanno vini secchi, ossia il rischio di riduzioni e la nota amara. Devo dire che entrambe sono state perfettamente evitate, il che non è faccenda di poco conto. Anzi.

Alice 2019 La Colombera
(80/100)

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2 comments

  1. Ole Udsen

    Ciao Angelo,

    Bell’articolo.

    La Malvasia Moscata e’ interessante. Crotin 1897 ne fanno una in purezza. E’ macerata, ma anche questa senza schifezze e esagerazione. E’ aromatica, ma soprattutto minerale e fresca, dalla bella acidità.

    Abbracci
    Ole

  2. Angelo Peretti

    Angelo Peretti

    Grazie per il tuo parere, Ole. Lo condivido. Un abbraccio a te!

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