Ai nostalgici della stappatura

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Carissimi voi nostalgici del rito della stappatura delle bottighe chiuse col sughero, ci avete pensato? Il sacro rituale del cavatappi dura pochi secondi, ma la bottiglia che state aprendo siete destinati a godervela per ore, se è buona e non sa di tappo. Volete dunque rischiare di rovinarvi il piacere di ore semplicemente perché vi incaponite nel non voler rinunciare ad un gesto che dura qualche secondo?
Le parole qui sopra me le ha fatte scaturire la lettera che un sommelier americano, Guy Brouillette, ha inviato a Wine Spectator. “As a sommelier – ha scritto -, I know how important the ‘cork experience’ is to guests and some wine conoisseurs, but that moment lasts for seconds while enjoying an aged wine lasts for hours or even days”. Esattamente, è questo il punto, come dicevo.
La soluzione? Il tappo a vite, naturalmente. Gli americani lo chiamano twist-off. Nella lettera spedita a Wine Spectator il sommelier statunitense dice di essere stufo di aprire vini invecchiati a lungo per poi doverli buttare a causa dell’odore di tappo. Ecco, anch’io. Il tappo a vite sui vini da lungo invecchiamento ci sta benone. Con buona pace degli affezionati all’inutile rito della stappatura.

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