Quando in etichetta vedete scritto Adagio non dovete pensare alla velocità, anche perché riguardo a quella, in termini di tempo di svuotamente della bottiglia seduti a tavola, più che di lentezza bisognerebbe parlare di rapidità. Perché questo rosso dei Lazzari da Capriano del Colle, semisconosciuto ma interessantissimo borgo bresciano del vino, è uno di quei vini gastronomici che si bevono con facilità e che nel contempo hanno un bel po’ di raccontare, quando stanno insieme col cibo.
Per esempio, l’Adagio racconta della storia vinicola della famiglia, con due generazioni di Dario e di Giovanni, di Davide e di Giordano, e insomma di nomi che cominciano con il “da” e con il “gio”.
Per esempio, l’Adagio dice che è da sempre il vino che i Lazzari hanno fatto proprio per essere bevuto senza il bisogno di farci su tante meditazioni.
Per esempio, l’Adagio racconta l’anima terragna e rustica e bizzosa del marzemino, che da quelle parti è di casa da un sacco di tempo e che non perde il suo cipiglio neppure quand’è ingentilito con un po’ di merlot (che gli offre un che di avvolgenza), dato che tanto ci sono i piccoli saldi di sangiovese e di barbera a riportarlo sulla via maschiaccia e nervosa.
Se poi pensate che in enoteca lo trovate sui 7-8 euro, be’, fate voi se non è il caso di stapparselo. Un bell’acquisto.
Capriano del Colle Rosso Adagio 2016 Lazzari
(88/100)