Accidenti quanto rosé si vende nella gdo francese!

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Nel 2016 le dieci maggiori denominazioni di origine francesi specializzate nei rosé hanno venduto nei soli supermercati transalpini qualcosa come 77 milioni e mezzo di litri, che equivalgono a più di 103 milioni di bottiglie. Solo in Francia, solo rosati aoc, solo i primi dieci (ce ne sono parecchi altri, e ci sono anche lo Champagne e i Cremant rosé), solo fermi, solo nei supermercati. Pazzesco.

Che ai francesi piacesse bere i rosé fatti in Francia mi era più che noto, ma non pensavo che ne comprassero così tanto sugli scaffali dei supermercati, che del resto da quelle parti traboccano di bottiglie in rosa. Signori miei, 103 milioni di bottiglie di rosé a denominazione di origine son proprio tante, a spanne più di due volte l’intera produzione rosatista doc italiana, e ci vanno aggiunte tutte le altre appellation e poi i vini a indicazione geografica e i rosati generici.

I dati sono quelli dell’IRI, la società internazionale che monitora le vendite nella gdo, appunto, e li ho letti su Chroniques Vineuses.

Più in dettaglio, in Francia l’appellation che nel 2016 al supermercato ha venduto più rosé è – ovviamente – quella dei Côtes-de-Provence, che ha piazzato all’incica 34 milioni di bottiglie. Al secondo posto i Cabernet d’Anjou (che son dolcini) a poco meno di 25 milioni di pezzi. Terzi i Bordeaux rosé intorno agli 11 milioni. Poi, ecco i Coteaux-d’Aix-en-Provence a 7 milioni e i Coteaux-Varois-en-Provence a 6 milioni, mentre i Rosé d’Anjou e i Côtes-du-Rhône rosé hanno collocato attorno ai 5 milioni di bottiglie a testa. Seguono, i rosati del Ventoux a 4 milioni e mezzo, i rosé della Languedoc sui 3 milioni e 700 mila pezzi e i Côtes-du-Roussillon a più di un milione e mezzo.

Volete fare una comparazione con l’Italia? I dati di vendita dei rosati nella gdo italiana non li ho, ma sappiate che la doc italiane che produce in assoluto più rosati è quella del Bardolino Chiaretto, a 10 milioni di bottiglie annue, ed è un colosso rispetto alle altre denominazioni rosatiste di casa nostra. Ecco, è tutto dire sulla differenza di approccio al rosé in Italia e in Francia, no?

Chapeau, dunque. Tanto di cappello ai francesi, intendo, gran bevitori di rosé. E anche ai produttori, ovvio. Per noi, quelle restano vendite da fantascienza.