I 20 Soave più noti nel mondo

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Il Soave si autodefinisce “il più grande vigneto d’Europa” per la sua estensione, quasi senza soluzione di continuità, di 6.600 ettari. Al di là dell’autodefinizione, nei fatti quella del Soave è una delle maggiori denominazioni di origine italiane, settima per dimensione in assoluto, prima per produzione fra i vini bianchi “fermi”. Ovvio che con una dimensione del genere il Soave stia investendo sempre di più sui mercati esteri, cercando nuove prospettive commerciali.
Per cercare tuttavia di capire quali siano le etichette della denominazione soavese più note nel mondo mi sono rivolto al motore di ricerca di Wine Searcher, il portale che mette insieme le quotazioni dei vini venduti on line nei negozi di ecommerce o all’asta.
Nelle proprie valutazioni sulla popolarità dei singoli vini, Wine Searcher tiene conto di quante ricerche abbiano ricevuto sul portale, il che è un indicatore piuttosto significativo, se si considera che ogni giorno le interrogazioni degli utenti sono intorno al milione.
Qui di seguito troverete dunque i primi venti Soave in ordine di popolarità internazionale secondo il responso di Wine Searcher.
Di sorprese nella sostanza non ne vedo, e il fatto che Pieropan sia dominante, piazzandosi al primo, al terzo e al sesto posto non è certo un caso. Ottima comunque la performance del Vin Soave di Inama, che tallona la celebre etichetta della Rocca di Pieropan, che è prima in classifica. Ovviamente piazzatissimo il Soave Bolla, che ha fatto la storia della doc in America.
Tuttavia, se si va a vedere la posizione delle singole etichette nella classifica mondiale globale di Wine Searcher (è il numerino che qui sotto appare dopo il nome del vino), si nota che anche le bottiglie più celebri sono piuttosto lontane dalla vetta. Il Soave che performa meglio è, come detto, La Rocca di Pieropan, che sta però al numero 3.329 nella graduatoria assoluta del portale. Di strada, dunque, i produttori soavesi ne devono e ne possono fare ancora parecchia.
1.    Pieropan, Soave Classico La Rocca, 3329
2.    Inama, Soave Classico Vin Soave, 3457
3.    Pieropan, Soave Classico, 4829
4.    Bolla, Soave Classico, 6107
5.    Gini, Soave Classico, 8583
6.    Pieropan, Soave Classico Calvarino, 9119
7.    Prà, Soave Classico, 9668
8.    Inama, Soave Classico Vigneti di Foscarino, 10297
9.    Gini, Soave Classico La Froscà, 10576
10.    Tamellini, Soave Classico, 10847
11.    Suavia, Soave Classico, 11484
12.    Suavia, Soave Classico Monte Carbonare, 11679
13.    Bertani, Soave Sereole, 12172
14.    Allegrini, Soave, 15047
15.    Inama, Soave Classico Vigneto du Lot, 15862
16.    Tenuta Santa Maria alla Pieve, Soave Lepia, 16719
17.    Cà Rugate, Soave Classico Monte Fiorentine, 16826
18.    I Stefanini, Soave Classico Superiore Monte di Fice, 17561
19.    Vigneti Villabella, Soave Classico La Torretta, 17635
20.    Tedeschi, Soave Classico Capitel Tenda, 18707


12 comments

  1. andy nudo

    Scusi la mia ignoranza in materia…..
    Ma il soave si fa con l’ uva sauvignon?

  2. #angeloperetti

    #angeloperetti

    Generalmente, il Soave è fatto quasi interamente con l’uva garganega. Comunque, il disciplinare di produzione della doc Soave recita così: “I vini a denominazione di origine controllata Soave devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai
    vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente
    composizione ampelografica: Garganega: almeno il 70%; Trebbiano di Soave (nostrano) e Chardonnay: massimo 30%; in tale ambito del 30% possono altresì concorrere, fino ad un massimo del 5%, le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la provincia di Verona”.

  3. andy nudo

    Ma allora perchè i soave sono tutti aromatici con sentori tipici di sauvignon? Mi scusi ma fatico capire dato che lei ha elencato nelle percentuali dei vitigni che non mi sembrano proprio aromatici….. se non ricordo male soave ha terreni vulcanici… non mi tornano i conti….. in pratica i soave sono iperprofumati ma non sono fatti con vitigni aromatici…. non le sembra piuttosto strano tutto ciò ?

  4. #angeloperetti

    #angeloperetti

    Caro Andy, l’obiezione è piuttosto birichina.
    Comunque, vi si possono fare tre obiezioni.
    La prima, la più importante, è che non mi pare proprio che “i soave” (dunque generalizzando) sauvignoneggino: ve ne sono, certo, che hanno questa tendenza, che personalmente non amo, ma ve ne sono anche molti altri che hanno spiccati profumi territoriali, che mi piacciono molto.
    La seconda è che se esistono i precursori aromatici nelle uve utilizzate, oggi le tecnologie di cantina e l’utilizzo di lieviti selezionati consentono di andare a metterli in luce.
    La terza, banalissima, è che comunque il sauvignon è classificato come vitigno “semiaromatico”, e dunque non rientra nella categoria dei vitigni “aromatici”. La scuola “classica” identifica infatti come “aromatici” il gewurztraminer, il brachetto, il moscato (nelle sue varie tipologie) e la malvasia (pure nelle varie tipologie).

  5. andy nudo

    Non sarebbe meglio allora nella sua lista, e vista la sua spiegazione, mettere una postilla con scritto sauvignoneggiante o no ? Così almeno i clienti come me si orienterebbero meglio. Sinceramente non capisco nemmeno perchè alterare gli aromi originari. Mah !

  6. Il chiaro

    Una classifica dove il Salvarenza (il miglior soave disponibile sul mercato) non compare è attendibile quanto lo sono io che parlo di medicina nucleare.

  7. Andy Nudo

    Caro Angelo, dato che anche lei mi da del “caro” mi permetto anch’io..
    Vedo che i miei punti interrogativi sul soave si sono arenati, ma torno a quanto scritto da lei ieri.
    Le mie, se le rilegge bene, non sono obiezioni, ma bensì dei semplici interrogativi confermati anche da lei, dove mi espone il fatto che ci sono “alcuni” soave che sanno di sauvignon. Bene. e fin qui siamo d’accordo.
    Quello che vorrei sapere io allora è :
    questa garganega che lo compone che tipo di profumi territoriali ha ? Mi piacerebbe molto capirlo.
    Perchè in cantina vengono usati questi “lieviti selezionati” che esaltano i profumi con i percursori aromatici ? Questa proprio non la capisco… perchè si altera un territorio ? Ma aspetto da lei, che sembra molto informato in materia, capire di cosa profuma la garganega dato che le aziende la alterano.
    In base alla sua 3^ obiezione, devo ancora capire perchè obietta delle mie semplici curiosità, dei vitigni aromatici non mi interessa dato che l’oggetto del discorso è un vitigno non aromatico, sicchè per me è un ot.
    La ringrazio caro Angelo, aspetto con ansia le sue preziose delucidazioni per capire questi miei interrogativi e potermi, la prossima volta, orientare meglio su scelte più etiche che sauvignoneggianti.

  8. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Andy, no, non sarebbe il caso, non c’entra niente con il contenuto dell’articolo. Sarebbe invece il caso, permettimi di dirlo, di firmarsi.

  9. #angeloperetti

    #angeloperetti

    Qui non stiamo parlando di una graduatoria di qualità. Qui stiamo parlando di una graduatoria di popolarità, fondata sulle interrogazioni on line da parte degli utenti di WineSearcher, che ritengo siano soprattutto americani: è evidente che l’essere ben distribuiti negli Stati Uniti è un vantaggio.

  10. Andy Nudo

    Caro ANGELO, io non critico la qualità del prodotto, anzi… però vedo che si oppone alle mie semplici richieste. Io sono Andy Nudo, e se lei mi chiede di firmarmi immagino che qualcuno del suo settore le abbia parlato di me, sicchè presumibilmente sa bene chi sono e come tutte le cose sconosciute mettono timore… 😉
    Aspetto con ansia un suo post sui profumi e gusti della garganega questa sconosciuta, dato che mi ha sottolineato il mio essere OFF TOPIC.
    per il resto le auguro una fantastica giornata.
    Andy Nudo

  11. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Andy. La settimana prossima dovrei essere ad assaggiare una serie di Soave del 2014. Poi ne scriverò.
    La deriva sauvignonista è presente in molti vini bianchi italiani: sembra funzionare molto bene sul mercato, e questa è la banale spiegazione a certe pratiche (e forzature) enologiche.
    Su quali siano i descrittori della garganega, poi, devo risponderle: dipende. Dipende, cioè, dai suoli, essenzialmente, ma anche dai tempi di macerazione o di permanenza sulle fecce fini. Certamente un tono fruttato piuttosto netto (mela, in particolare). Certamente, su suoli soprattutto di origine vulcanica, una spiccata vena minerale, che si manifesta col tempo.

  12. andy nudo

    Grazie egr. Signore. Ora si che è stato chiaro ed esaustivo alle mie semplici curiosità. Allora la risposta alle forzature sono i mercati. Per quanto riguarda la mela nel sentore concordo con lei.. in origine più mela cotta ma non ossidativa che mela verde non derivante dall acidità. Ma questa è un altra storia. Grazie caro angelo. È stato molto gentile. A presto.

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